La digitalizzazione ha rivoluzionato profondamente ogni aspetto dell’industria cinematografica nel corso degli ultimi decenni: le tecnologie digitali hanno aperto nuovi sbocchi per quanto riguarda le modalità di produzione, di distribuzione e di fruizione dei film.
Prima dell’avvento del digitale i film venivano prodotti e montanti secondo processi analogici, con l’uso della pellicola, camere meccaniche e un lavoro complesso per ogni fase, dalla produzione alla post-produzione. Grazie alle innovazioni digitali questo processo viene semplificato, ed inoltre i cineasti possono fare più sperimentazioni a costi molto bassi.
Tra le innovazioni digitali più importanti spicca di più è la computer - generated imagery, detta anche CGI. Essa consente di creare immagini e ambienti interamente virtuali, i quali possono essere inseriti in film live-action o ne possono costituire l’intera produzione, come nel caso dell’animazione digitale.
La digitalizzazione, però, non ha influenzato solo la produzione, ma anche la distribuzione e il consumo dei prodotti cinematografici. Piattaforme streaming come Netflix e Disney+ hanno modificato le dinamiche di fruizione dei film, rendendo i film accessibili da qualsiasi dispositivo connesso ad Internet e ridefinendo il concetto di “uscita in sala”.
Due esempi iconici di questo cambiamento sono la Pixar, pioniera nel campo dell’animazione digitale, e il film Matrix, che ha ridefinito l’uso degli effetti speciali e il concetto stesso di realtà all'interno della narrazione cinematografica.
Quando si parla di “digitalizzazione cinematografica" non si può non menzionare la Pixar, lo studio che ha dato una svolta all’animazione. Viene fondata e guidata da Steve Jobs e John Lasseter nel 1986, e ha introdotto un nuovo standard per l’animazione, con l’uscita di Toy Story nel 1995, il primo film realizzato interamente in CGI.
Il successo di questo film è legato all’innovazioni tecnica, ma soprattutto alla capacità di raccontare una storia e descrivere dei personaggi empatici e complessi attraverso l’uso dell’animazione digitale. I film successivi, come A Bug’s Life (1998), Monster & Co. (2001), Gli Incredibili (2004), Ratatouille (2007) e WALL E (2008), hanno spinto sempre più in là i confini della tecnologia digitale, esercitando un’influenza anche su alcuni film 2D di fine anni Novanta e inizio anni Duemila della Disney (Tarzan, Atlantis, Il Pianeta del Tesoro) e della DreamWorks (Il Principe di Egitto, La strada per El Dorado, Spirit). Oggi questi studi utilizzano gli stessi strumenti della Pixar, come Renderman, software considerato all’avanguardia.
Pixar Animation Studios ha trasformato l’industria cinematografica, creando un nuovo genere e ridefinendo le aspettative del pubblico in termini di qualità visiva e di profondità narrativa.
Se la Pixar ha utilizzato la tecnologia digitale per cambiare l’animazione, il lungometraggio Matrix, uscito nel 1999 e diretto dalle sorelle Wachowski, ha segnato una svolta con l’uso effetti speciali nei film in live-action.
La tecnica più famosa utilizzata in questo film è sicuramente il bullet time, derivante da una vecchia tecnica fotografica detta time-slice, ossia, “fetta di tempo”. Essa consiste nel mostrare un’azione al rallentatore con la telecamera che ruota attorno ai soggetti. Si ottiene dispendendo un grande numero di fotocamere in cerchio attorno agli attori, e facendole scattare simultaneamente. Lo spettatore vede gli scatti bidimensionali di ogni fotocamera che formano una scena tridimensionale, in modo tale da guardare la sequenza da diverse angolazioni.
Il film, oltre all’aspetto tecnico, si concentra anche sull’aspetto narrativo-filosofico, sulla base del concetto secondo cui la realtà virtuale e simulata possa sovrapporsi, o addirittura sopraffare la realtà in cui noi viviamo, con il conseguente dominio della tecnologia sul nostro mondo. La riflessione delle due registe ha anticipato molte delle attuali discussioni sul rapporto tra uomo e tecnologia.
La Pixar Animation Studios e il film Matrix sono stati lo spartiacque di questa rivoluzione cinematografica, ma ci sono anche altri aspetti, come la motion capture, per cui si catturano i movimenti degli attori e si trasferiscono su personaggi digitali, come succede nelle grandi saghe come Il Signore degli Anelli e Avatar. Altre tecniche sono la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR), le quali giocano un ruolo importante nella digitalizzazione del cinema, offrendo agli spettatori di fruire dei contenuti con esperienze immersive.
Pixar e Matrix hanno dimostrato che le nuove tecnologie non solo migliorano gli effetti visivi, ma possono arricchire la narrazione e il coinvolgimento del pubblico, consentendo al cinema di poter esplorare nuovi territori artistici, di raccontare storie sempre con modi più nuovi, e di andare oltre la realtà.
Della serie “Verso l’infinito e OLTREEEE” (famosa frase detta Buzz Lightyear, personaggio storico di Toy Story).
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