L’arte ha sempre suscitato emozioni e dibattiti e l’ingresso degli NFT nel panorama artistico contemporaneo ha riacceso le discussioni su valore, autenticità e significato. Uno degli esempi più criticati è stata l’opera digitale di Beeple, "Everydays: The First 5000 Days", venduta per 69 milioni di dollari durante un’asta online organizzata da Christie’s, la vendita dell’opera all’asta ha segnato un momento cruciale per gli NFT, dimostrando come l’arte digitale potesse raggiungere prezzi senza precedenti.
Per sapere il perchè un file jpg è stato venduto per cosi tanti milioni bisogna esplorare il concetto di valore nell'arte, sia materiale che immateriale.
Quando pensiamo a un'opera d’arte tradizionale, la nostra mente si concentra su aspetti tangibili: la tela, i colori, le pennellate dell’artista o i solchi dello scalpello sul marmo. Un quadro di Van Gogh o Franz Marc è un oggetto fisico che possiamo osservare e apprezzare in un contesto reale. Anche se la tela stessa non ha un valore intrinsecamente elevato, la sua storia e provenienza, come nel caso di “la notte stellata", le conferiscono un significato profondo. Se un giorno questa opera venisse distrutta, ciò che rimarrebbe sarebbe solo un pezzo di stoffa, ma il suo valore sarebbe legato alla memoria di ciò che rappresentava.
Quando scopriamo che un’immagine digitale è stata venduta per milioni di dollari, spesso reagiamo con incredulità. Questa risposta potrebbe derivare da quello che possiamo definire “sciovinismo materiale”: l'idea che ciò che è reale debba essere necessariamente tangibile. Anche se attribuiamo un grande valore a elementi immateriali come storie, musica e idee, nella valutazione economica ci troviamo in difficoltà. Pagheremmo mai milioni per un libro? Solo in casi eccezionali, come edizioni rare o firmate.
La nostra percezione di valore è radicata nel supporto materiale. Ci riferiamo a un libro o a un quadro per indicare l’opera che è impressa su di essi. Questo attaccamento alla materialità rende difficile per noi accettare opere digitali come equivalenti a quelle fisiche.
La limitazione sensoriale che deriva dall’incapacità di toccare un’opera digitale ci rende scettici sul suo valore. Siamo abituati a percepire il valore attraverso l’esperienza fisica e sensoriale, e la mancanza di un contatto diretto con un NFT amplifica il nostro scetticismo.
La domanda su perché spendere milioni per l’intangibile è complessa, ma dobbiamo ricordarci che molti collezionisti di NFT non hanno alcun interesse artistico; anzi, molto spesso sono investitori in criptovalute che cercano solamente un altro modo di arricchirsi.
Ma oltre al fatto che possa piacere o no, perchè il mercato degli NFT è crollato drasticamente?
L'emergere degli NFT è stato accelerato dalla pandemia nel 2020, quando la blockchain ha attirato l’attenzione di molti, portando alla creazione della Digitally Native Art. Questa nuova forma di arte, certificata tramite chiavi crittografate, ha gonfiato una bolla, alimentata da celebrities e influencer. Tuttavia, la facilità di creazione ha anche attratto truffatori, con molte opere vendute senza il consenso degli artisti.
Nel 2023, gli investitori hanno visto un calo del valore degli asset digitali di oltre il 90%, e l'assenza di regolamentazione ha alimentato accuse di frode. La difficoltà di percepire il valore delle opere intangibili ha contribuito al fallimento del mercato, con il 79% degli asset invenduti. Si può dire che gli NFT come forma d’arte siamo giunti al termine dei loro giorni.
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