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Immagine del redattoreSara Tosi

L'amicizia nell'era digitale: due libri a confronto

L'amicizia è uno dei legami più preziosi e significativi che possiamo costruire nel corso della nostra vita. Tuttavia, con l'avvento delle nuove tecnologie, delle app di messaggistica e dei social media, il concetto di amicizia ha subito profonde trasformazioni: le modalità di interazione e di connessione tra le persone si sono ampliate, portando con sé nuove sfide ma anche nuove opportunità.

Il potere delle nuove tecnologie permette di costruire e di mantenere legami anche a distanza. Tuttavia, questa evoluzione solleva interrogativi sulla qualità delle relazioni che si sviluppano in un contesto virtuale, dove emozioni e affetti possono apparire tanto vicini quanto distanti. Infatti oggi, un semplice "mi piace" sui social network o un messaggio su WhatsApp possono essere ritenuti più importanti rispetto al tradizionale incontro faccia a faccia. È fondamentale riflettere su come le tecnologie influenzino la nostra vita, affinché si possa comprendere i punti di debolezza e di forza dell’impatto del digitale sulle relazioni nel mondo contemporaneo.


Uno spunto di riflessione può derivare dalla letteratura: infatti l'amicizia è uno dei temi che ha da sempre affascinato scrittori e lettori.

Oggi vi proponiamo un confronto tra due libri che affrontano questo tema da due angolazioni diverse:



“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman racconta di un’amicizia tra un conte tedesco e un giovane ebreo, che nasce sui banchi di scuola in un contesto segnato dall’ascesa del nazismo.

Si tratta di un'opera toccante che esplora la bellezza dell’amicizia, la sua importanza nella vita quotidiana, non ancora influenzata dal digitale, e la sua fragilità di fronte alle avversità sociali e storiche, invitando il lettore a considerare fondamentali la solidarietà e la comprensione reciproca.

Uhlman definisce l’amicizia come un’intesa perfetta e magica, affermando che essa riesce a regalare supporto e gioia, nonostante le divisioni politiche, sociali e culturali.

Inoltre l’autore descrive il bisogno necessario per ogni persona di questo legame e il senso di affinità che si riesce a trovare quando un’altra persona ha le nostre stesse aspettative sulla vita.


“Elogio dell’amicizia” di Paolo Crepet, sociologo e psichiatra, che nei suoi libri tratta di diversi temi, ma in questo caso si concentra sul tema dell’amicizia e di come questa relazione si può declinare in vari modi: in particolare la relazione a distanza.

L’autore affronta l’impatto del digitale sulle nostre relazioni, compresa quella dell’amicizia, e spiega che i social media sono diventati ormai un mezzo per incontrare persone e mantenere la loro conoscenza anche a distanza: così nascono le cosiddette amicizie virtuali.

Egli ci sfida, però, anche a considerare come la nostra dipendenza verso piattaforme come Instagram e TikTok abbiano causato conseguenze, rivoluzionando il modo in cui interagiamo e creiamo legami. La sua analisi si concentra su come, nonostante la sensazione di connessione che queste piattaforme sembrano offrire, spesso non fanno altro che creare relazioni superficiali e un isolamento emotivo. Infatti anche se possono sembrare significative le amicizie che si sviluppano online, spesso mancano di profondità e autenticità. Perciò, nonostante Crepet riconosca nelle nuove tecnologie uno strumento potente e utile che può offrire l’opportunità di restare in contatto e che permette “una facilitazione, una modalità ansiolitica, ovvero di vincere l’ansia del primo approccio, delle prime parole, dell’idea stessa di mettersi in gioco”, sottolinea anche che nulla può sostituire il valore di un incontro faccia a faccia, di un abbraccio o di una risata condivisa.

 

Esiste davvero un equilibrio?

La lettura di questi due testi può essere una guida utile per chi vuole provare a trovarlo e per chi desidera approfondire la propria comprensione dell'amicizia nell'era moderna. L'auspicio è che, facendo tesoro degli insegnamenti di entrambi gli autori, possiamo riuscire a vivere le relazioni con maggiore consapevolezza, trovando un equilibrio tra il reale e il virtuale, senza dimenticare il valore inestimabile di una connessione autentica.

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